mercoledì 9 dicembre 2009

NO B DAY - 5 DICEMBRE 2009

Riceviamo questo articolo - da una studentessa del Liceo Scientifico Marconi di Sassari- che volentieri pubblichiamo


OGGI SIAMO TUTTI UN PO' EROI

Per Berlusconi Vittorio Mangano è un eroe. Quelli sono i tuoi eroi! I nostri eroi hanno un altro nome, si chiamano: Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cusina. Sono i ragazzi che facevano la scorta a Paolo. Ragazzi che come tanti altri si erano messi in fila dietro la sua porta per chiedergli di fare la sua scorta. Erano servitori dello Stato che si mettevano in fila per andare a morire. Andate dai vostri eroi! Andate sulla tomba di Vittorio Mangano a mettere le vostre corone. Le mie agende rosse non vi faranno mettere più piede in via d’Amelio! E sono questi i ragazzi con cui noi faremo la scorta a quei giudici che finalmente stanno cercando di togliere il velo su queste stragi. Questi giudici non ce li potranno uccidere! Perché queste persone noi le onoriamo e di loro abbiamo fiducia. Che Berlusconi vada via dall’Italia. Vogliamo che in questo Paese si ritorni a sentire il fresco profumo di libertà che oggi sento in questa piazza”.
Con queste parole, sventolando “ l’agenda rossa”di Paolo, Salvatore Borsellino concludeva il discorso più commovente pronunziato in occasione del No Berlusconi Day, sul palco di piazza San Giovanni.
Qui, a Roma, ad ascoltare il fratello del grande giudice dell’antimafia, il 5 dicembre, non importa se 90mila o 1milione, eravamo comunque tantissimi. La maggior parte, i più giovani, si sono dati appuntamento online e si sono ritrovati in piazza dimostrando che esiste un nuovo canale di comunicazione che sfugge al controllo del signor B, del Biscione televisivo. Così è nato il "No B day", la manifestazione nazionale "per chiedere le dimissioni di Berlusconi", ideata da un gruppo di blogger e alimentata su Facebook, come protesta agli attacchi del premier al Quirinale ed ai giudici della Corte Costituzionale, dopo la sentenza sul Lodo Alfano.
Il popolo di internet, si è liberato dall’omologazione dei mass-media ed è stanco di questa democrazia passiva, che toglie ogni iniziativa e responsabilità ai cittadini e che si affida totalmente alle decisioni del capo. Oggi la generazione dei giovani si ribella ad un’idea della politica cinica e prepotente, secondo la quale a chi sta dalla parte del potere tutto è lecito. Forse ci volevano certi eccessi per farci ricominciare a sognare e lottare ancora per gli ideali , acquistando così impegno e responsabilità per diventare adulti.
Il corteo, partito da piazza Repubblica, era una grande distesa viola punteggiata di  diverse bandiere. Il viola, scelto perché non appartenente a nessun partito, fa da collante tra i diversi colori della politica, in quanto rappresenta il disagio che accomuna tutti e la spinta ad agire insieme, tanti e uniti . Una marea, che voleva essere "apartitica e pacifista"-  eppure scortata da un numero impressionante  di poliziotti e carabinieri - da piazza della Repubblica si è riversata in piazza del Popolo e poi in piazza San Giovanni, per assistere al concerto organizzato grazie all'aiuto dei 3mila artisti del gruppo "Artisti - No Berlusconi Day". E’ stata una grande festa che si è conclusa col concerto di Roberto Vecchioni , dopo che sul palco si sono alternati Dario Fo e Franca Rame, Ascanio Celestini e Moni Ovadia, il regista Mario Monicelli, il costituzionalista Domenico Gallo, Salvatore Borsellino, i ragazzi del "No Ponte", i lavoratori dell'Eutelia; sono anche intervenuti in collegamento video Margherita Hack e Giorgio Bocca.
Un enorme striscione viola grida tra la folla: 'Berlusconi dimissioni'. "Si fa solo i c... suoi e a pagare siamo noi" gridano i manifestanti. Un cartello risponde: «La migliore manifestazione degli ultimi 150 anni», parafrasando un'affermazione dello stesso Berlusconi. Un altro esorta: "Fuori la mafia dalle istituzioni"; uno dall’accento sardo invita:“Pussa via puzzone”. Grida il rosso delle copie dell'agenda di Paolo Borsellino che tanti sventolano.
Il grido echeggia oltre i limiti delle piazze romane e diventa internazionale. Manifestazioni parallele sono state organizzate in 45 città del mondo, tra cui Londra, Barcellona, Amsterdam, Dublino, Parigi, Vienna, San Francisco, Montreal e Sacramento. Berlusconi costituisce una gravissima anomalia nel quadro delle democrazie occidentali ed i cittadini europei insieme ai tantissimi emigrati italiani si mobilitano in difesa della libertà di espressione che sembra dimenticata in Italia, come testimoniano gli attacchi di Berlusconi alla stampa libera, alla satira, alla Rete. Il presidente del consiglio deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davanti ai Tribunali della Repubblica dalle accuse che gli vengono rivolte.
Quando la festa è finita ognuno è tornato alle proprie case, qualcuno è salito sull’aereo per tornare in Sardegna , la nostra isola non più tanto selvaggia e incontaminata, profanata dalle colate di cemento , dal turismo di lusso, dai teatrini dei vip e dalle facili promesse, dove Berlusconi fa da padrone e dove tanti operai si incatenano ai cancelli delle loro fabbriche che chiudono e nessuno li vede.
E ora? Queste energie nuove, dei giovani del web, non devono disperdersi , insieme a quelle dei vecchi Borsellino, Ovadia, Fo, che dal palco hanno seminato la loro saggezza su chi finalmente apriva le orecchie ad ascoltare e riceveva la loro preziosa eredità.
E noi ora ci sentiremo tutti un po’ “eroi”, pronti a scendere ancora in piazza a manifestare per la libertà, ma soprattutto più convinti che una società giusta si costruisce con l’impegno e l’onestà .
                                                                                                                                                                         Antonella Panu