sabato 16 ottobre 2010

LA FAME NEL MONDO 2010 FAO DELL'ALIMENTAZIONE

http://www.fao.org/getinvolved/worldfoodday/it/ 


Giornata mondiale dell'alimentazione 2010 "Uniti contro la fame".

Il tema di quest’anno, Uniti contro la fame, è stato scelto per riconoscere gli sforzi compiuti contro la fame nel mondo a livello nazionale, regionale e internazionale.
Unirsi contro la fame diventa realtà quando stato, organizzazioni della società civile e settore privato lavorano in associazione a tutti i livelli per sconfiggere la fame, la povertà estrema e la malnutrizione.
Nel 2009 è stata raggiunta la soglia critica di un miliardo di persone che soffrono la fame in tutto il mondo, in parte a causa dell’aumento dei prezzi alimentari e della crisi finanziaria


Il Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare (denominato "Vertice sulla fame") tenutosi a novembre 2009, ha adottato una
dichiarazione che rinnova l’impegno assunto nel Vertice alimentare mondiale 1996 per eliminare, in modo sostenibile, la fame
dalla faccia della terra. La Dichiarazione invocava anche un aumento dei finanziamenti nazionali e internazionali a favore
dell’agricoltura, nuovi investimenti nel settore rurale, una migliore gestione di governo sulle questioni alimentari globali in
associazione con le parti interessate del settore pubblico e privato, nonché un'azione più incisiva per affrontare la minaccia
che il cambiamento climatico pone sulla sicurezza alimentare.





La produzione alimentare dovrà aumentare del 70% per nutrire quella che, entro il 2050, sarà una popolazione di nove
miliardi di persone. Con la scarsità della terra, gli agricoltori saranno obbligati ad ottenere un rendimento maggiore dalla terra
già coltivata, senza poter espandere le coltivazioni. Ma una produzione alimentare intensiva significa, da sempre, maggiore
dipendenza da pesticidi e fertilizzanti ed un utilizzo eccessivo di acqua: fattori che possono degradare sia i terreni che le
risorse idriche.



La produzione alimentare deve espandersi sufficientemente per soddisfare i bisogni futuri. Gli stati, tramite i loro governi, attuano leggi, regole, regolamenti e programmi. A vari livelli, lo stato ha l’autorità per incoraggiare un’agricoltura responsabile dal punto di vista ambientale. Ad esempio, può adottare leggi che garantiscano il possesso della terra, che permettano agli agricoltori di sentirsi sicuri sulla loro terra e di adottare metodi di coltivazione per produrre il cibo necessario con una prospettiva a lungo termine, che includa anche la difesa delle risorse naturali. Lo stato può anche controllare la qualità dei
prodotti utilizzati, facendo sì che vengano etichettati, commercializzati e applicati in modo da ridurre i rischi. I governi devono  promuovere l’approccio ecosistemico tramite la legislazione e la politica pubblica.


In questa Giornata mondiale dell’alimentazione 2010, in un momento in cui non ci sono mai state così tante persone che soffrono la fame al mondo, riflettiamo sul futuro. Con la forza di volontà, il coraggio e la determinazione – e con molti attori che collaboreranno e si aiuteranno a vicenda – è possibile produrre più cibo, in modo più sostenibile, e farlo arrivare nelle  bocche di coloro che ne hanno più bisogno.


Cagliari ha aderito alla Giornata mondiale dell'alimentazione indetta dalla Fao e che si svolge in 100 piazze italiane. Mani Tese, Actionaid, Slow Food e Oscar Romero sono presenti dalle 10 alle 20 ai Giardini pubblici con l'iniziativa 'Oltre il cibo'. 

"L'obiettivo è quello di rivendicare il diritto al cibo buono, pulito e giusto per tutti. Quindi mettere l'accento su temi quali commercio equo e solidale, agricoltura sostenibile, consumo consapevole, per sensibilizzare i cittadini verso il consumo intelligente per combattere la fame attraverso il modello 'Sovranità Alimentarè"'



Povertà e fame, alle Nazioni Unite
l’Italia si impegna poco e male
Siamo gli unici a non aver pagato i soldi promessi per l’Aids. Le Nazioni Unite hanno chiesto ai paesi ricchi di stanziare lo 0,7% del Prodotto interno lordo in finanziamenti per lo sviluppo del terzo mondo. Roma ha stanziato soltanto lo 0,16%.



Il governo italiano arranca non solo per gli aiuti ufficiali (quelli pubblici, stanziati da un governo all’altro), ma anche in altri settori. Il Fondo globale per la lotta all’Aids, la malaria e la tubercolosi, che può contare su un mix di consistenti fondi pubblici e privati, sta ancora aspettando i 260 milioni di euro che il nostro Paese aveva promesso per il 2009 e il 2010.


 

Il presidente del Fondo, Michel Kazatchkine, ha detto che “l’Italia si era impegnata a versare 130 milioni di euro l’anno dal 2008 al 2010: abbiamo ricevuto il primo dei tre versamenti”. Siamo l’unico Paese a non aver versato i soldi promessi.