venerdì 15 giugno 2012

AFRICA FAME E SVILUPPO SOSTENIBILE


Fame e caro cibo nel Sahel: a rischio sviluppo sostenibile




Si tratta della situazione peggiore dal 2005. A detta del Coordinatore degli Affari umanitari dell'Onu nel Sahel, David Gressly, entro fine 2012 nei Paesi dell'Africa occidentale 18 milioni di persone di cui tre milioni di bambini patiranno la fame. La motivazione va ricercata nell'aumento dei prezzi di miglio, granturco e riso, piu' alti dal 50 all?85% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, a causa della scarsita' delle riserve di cibo, della forte richiesta di Stati come Nigeria e Ghana, della situazione politica in Mali e degli alti costi di trasporto. Ecco perche' Jose' Graziano da Silva, direttore generale dell'Organizzazione Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, nel documento strategico stilato in attesa del vertice internazionale Rio+20 ha sottolineato che "fin quando non verranno sradicate fame e malnutrizione, che colpiscono una persona su sette nel mondo, non si potra' parlare di sviluppo sostenibile".
31 Maggio 2012 13:00 AMBIEnte


Cari amici, 


18 milioni di persone hanno disperato bisogno di cibo nella regione del Sahel africano devastato dalla siccità, ma i governi di tutto il mondo rispondono con un silenzio assordante alle urgenti richieste di aiuto. Il musicista senegalese Baaba Maal ha fatto partire una petizione per chiedere a USA, Giappone, Francia e Germania di impegnarsi per fare ciascuno la propria parte. Uniamoci a lui: firma la petizione urgente qui sotto e fai risuonare una sveglia di massa che scuota questi leader fino all'azione:



Mi chiamo Baaba Maal, sono un musicista senegalese e sto scrivendo una richiesta personale di aiuto. Vivo nel Sahel, una regione africana devastata dalla siccità in cui 18 milioni di persone sono sull'orlo del disastro, inclusi 1 milione di bambini che rischiano di morire di fame. Ma alle nostre urgenti richieste di aiuto rispondono con un silenzio assordante. Solo un appello all'azione mirato e travolgente può impedire che questa catastrofe diventi una carneficina.

L'ONU dice che milioni di vite potrebbero essere distrutte se non verranno stanziati immediatamente 1500 milioni di dollari in aiuti, ma i governi si sono impegnati per meno della metà della somma richiesta. I paesi che possono fare la differenza sono USA, Giappone, Francia e Germania, ma sono immobili:questo è il motivo per cui ho fatto partire una petizione sul sito di Petizioni della Comunità di Avaaz per chiedere un aiuto al mondo.

Tra pochi giorni, i leader mondiali si incontreranno a Brussels per discutere del Sahel: se proprio lì decideranno di impegnarsi a fare ciascuno la propria parte, potremo evitare il disastro. Firma questa petizione urgente ora: Avaaz, Africans Act 4 Africa, e Oxfam la consegneranno in un'azione coordinata non appena raggiungeremo 1 milione di firme: 

http://www.avaaz.org/it/save_the_sahel_a/?brOnVbb&v=15211 

Una siccità terribile, instabilità politica, e prezzi alle stelle hanno devastato un'area delle dimensioni degli USA, che si estende dal Senegal ad ovest fino al Sudan ad est. La gente sta facendo di tutto per sopravvivere, ma la crisi ci ha colpiti così duramente che è difficile restare speranzosi. Ho visto donne e bambini cercare di far crescere cibo in pezzi di terra che sono completamente aridi.Sanno che la gente sta parlando di quello che sta succedendo nel Sahel, ma non sanno se gli aiuti arriveranno mai. 

L'ONU recentemente ha ricevuto solo il 43% dei 1500 milioni di dollari necessari: è una mancanza di denaro di proporzioni immani. Ma questo buco deve essere riempito, e può essere riempito dai paesi più ricchi, se c'è la volontà politica. Non abbiamo molto tempo per evitare sofferenze di diffusissime, e sono determinato a parlare per conto delle persone che stanno qui finché ci daranno l'aiuto di cui abbiamo bisogno. 

Il mondo si è girato dall'altra parte altre volte nel passato, ma questa volta possiamo fare la differenza tra la vita e la morte forzando i nostri governi a rispondere. Firma subito la petizione urgente: 

http://www.avaaz.org/it/save_the_sahel_a/?brOnVbb&v=15211 

I membri di Avaaz si sono uniti numerose e numerose volte per rispondere a calamità naturali, salvando migliaia di vite e assicurando che aiuti fondamentali fossero portati a Birmania, Haiti, Somalia e Pakistan. Abbiamo il potere di forzare i nostri leader ad interrompere l'inerzia di fronte ad una crisi che possiamo prevenire. Mobilitiamoci ora per chiedere che il mondo risponda alle richieste di milioni di persone che vivono nella vasta regione del Sahel. 

Con speranza e determinazione,

Baaba Maal, con il team di Avaaz 

ULTERIORI INFORMAZIONI 

Fame e caro cibo nel Sahel: a rischio sviluppo sostenibile (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Ambiente/Fame-caro-cibo-Sahel-rischio-sviluppo-sostenibile/31-05-2012/1-A_001633525.shtml 

Unhcr: Servono 153,7 mln dollari per operazioni umanitarie nel Sahel (La Presse)
http://www.lapresse.it/mondo/africa/unhcr-servono-153-7-mln-dollari-per-operazioni-umanitarie-nel-sahel-1.170081 

Sahel: un milione di bambini rischia la malnutrizione (Blitz Quotidiano)
http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/sahel-bimbi-malnutriti-1241685/ 

18 milioni di persone soffrono la carestia in un'area dell'Africa grande quanto gli Stati Uniti (Giornalettismo)
http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/sahel-bimbi-malnutriti-1241685/ 

SAHEL. Corsa contro il tempo per evitare la catastrofe (Vita)
http://www.vita.it/news/view/120616 

CRISI ALIMENTARE IN SAHEL. CIRCA 18 MILIONI DI PERSONE SOFFRONO LA FAME

25 MAGGIO 2012

Valerie Amos, Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e il Coordinamento degli interventi Umanitari della Nazioni Unite (OCHA), a conclusione di una missione nella regione del Sahel il 24 maggio ha affermato: “ per  evitare che la crisi alimentare nei paesi attraversati dal Sahel si trasformi in catastrofe, abbiamo bisogno di mettere in atto un piano complesso di risposta all’emergenza, programmare azioni di intervento coordinate e veloci e richiedere continuità nel flusso di fondi internazionali ”.

Gli ultimi dati parlano di oltre 18 milioni di persone ridotte in condizione di crisi e insicurezza alimentare.
Situazione che sembra possa perdurare fino al prossimo autunno, quando le condizioni metereologiche muteranno consentendo con la stagione delle piogge la ripresa dell’attività agricole e della pastorizia.

Tra le priorità evidenziate dalla Amos, oltre alle distribuzioni massive di generi alimentari e acqua, si richiedono interventi igienico sanitari e di salute pubblica. Inoltre, come sottolineato dal Sottosegretario Generale di OCHA, sarà necessario rafforzare i meccanismi locali di prevenzione e riduzione del rischio, cosicché in contesti naturalmente esposti a condizioni di carestia e siccità si possa limitare la dipendenza dagli aiuti internazionali per far fronte ai periodi di crisi.

AGIRE sta monitorando la situazione attraverso l’accreditata presenza delle ONG del network nei paesi oggi colpiti dalla crisi alimentare.
http://www.agire.it/it/mediaroom_agire/news_agire_onlus/newsDetail.html




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http://calcioallapoesia.blogspot.it/2012/06/ogni-tanto-una-poesia-fa-bene.html