sabato 23 marzo 2013

LA TELEVISIONE E L’EDUCAZIONE SENTIMENTALE DEGLI ADOLESCENTI


LA TELEVISIONE E L’EDUCAZIONE SENTIMENTALE DEGLI ADOLESCENTI




La III A ha letto e commentato un articolo sul tema della televisione e l'educazione sentimentale degli adolescenti


COSì SCRIVE PAOLA C.

La televisione e l’educazione sentimentale degli adolescenti
Nell’articolo del “Sole 24 Ore” scritto da G.Charmet, “ la discreta violenza del modello in tv”, si parla dell’influenza che la televisione, al giorno d’oggi, esercita su un adolescente.
Noi adolescenti, crescendo, rompiamo i legami oggettivi che da sempre ci hanno legato ai nostri genitori, perché nasce in noi una smisurata voglia di conoscere il mondo, la società che ci circonda, senza però dover dipendere da una figura materna o paterna. Appunto per questo, molto spesso in famiglia si verificano dei litigi causati da incomprensioni tra le due parti.
Tra noi e i nostri genitori nasce una sorta di sfida e questo fa sì che non vengano più visti da noi come il nostro punto di riferimento, ma come un ostacolo e per questo non chiediamo aiuto a loro per rispondere alle nostre domande, ma bensì ci appelliamo ai massmedia.
L’argomento che più ci incuriosisce riguarda la sfera sessuale e sentimentale, infatti la televisione ci offre molti modelli di virilità e femminilità.
Gli psicologi però, pensano che questi messaggi non siano “salutari” nei nostri confronti, perché ci spingono a seguire delle “bellezze costruite”, dato che noi non ci sentiamo molto spesso  sicuri del nostro corpo e questo ci fa temere di essere emarginati dalla società e appunto per questo noi ragazze cerchiamo di seguire delle diete che a volte ci fanno arrivare all’anoressia, mentre i ragazzi si chiudono in palestra con l’intenzione di diventare più muscolosi e atletici, ottenendo così un corpo più “vendibile” nel mercato delle relazioni.
Un tempo i ragazzi si affidavano alla letteratura, per avere esempi e modelli di comportamenti nell’ambito sentimentale e relazioni sociali, mentre ora l’abbiamo sostituita con la televisione senza porci il minimo problema.
Oggi come oggi, la violenza che i massmedia infliggono su di noi non sta nel trasmettere film violenti, ma bensì nella trasmissione di programmi come ad esempio i reality show, che hanno un tale impatto su di noi che ci costringono nel nostro inconscio a diventare qualcosa di finto, di costruito, che non rispecchia la realtà in cui viviamo.

L’articolo scritto da G.Charmet parla di come la televisione abbia sostituito nell'età adolescenziale la “figura” dei genitori.
Infatti i giovani durante quest’età si chiudono in loro stessi, creando un loro mondo e gli adulti non ne devono far parte, appunto per questo utilizzano internet e la televisione per ottenere risposte alle loro domande, senza rendersi conto però, che questi mezzi di comunicazione non possono sostituire il dialogo e il confronto con un’altra persona, che in ogni caso, sarebbe decisamente più educativo.

La realtà è che ogni ragazzo nell'età adolescenziale rompe di netto il dialogo con i genitori, ma nello stesso tempo si trova sommerso di domande e di certo non può, non vuole, trovare le risposte a casa.
L’autore dell’articolo parla della televisione come mezzo di informazione utilizzato dai giovani, ma oggi si utilizza soprattutto internet, che è senza censura e fa sì che i giovani cerchino di seguire dei modelli che non rispecchiano la realtà.
Da qualche anno è scoppiato il boom di face book. Quasi tutti sono iscritti a questo social-network. E’ utile, ma alcuni adolescenti ne fanno un uso sbagliato e in questo caso la colpa è dei genitori perché non controllano i propri figli e così alle volte pubblicano foto indecenti.
Tra le ragazzine iscritte su face book è scoppiata una gara di chi riceve più “mi piace” in una foto.
In base a quanti “like” ricevi in una foto, si decide se una ragazza è bella, popolare, e ciò spinge altre ragazzine ad imitarle, diventando così quello che non sono, che non vogliono essere, ma che la società gli impone di essere per poter essere accettate dagli altri.
La televisione invece e invasa da reality, da persone che apparentemente sono sincere, ma che invece recitano solo un copione per far sì che gli spettatori vogliano diventare come loro.
Noi stiamo levando il tempo alle cose importanti e stiamo dando spazio alle cose superficiali, cerchiamo le nostre risposte su internet, mentre invece dovremmo cercarle vicino a noi, nel mondo reale.
La realtà è che le trasmissioni televisive non cambiano, ma cambia la società, cambiano le persone, che rimangono chiuse in loro stesse ignorando gli altri, incapaci di comunicare con chi potrebbe dar loro le vere risposte.
PAOLA





COSì SCRIVE ANTONIO S.

Nell’articolo del Sole 24 Ore del 23 ottobre 1994, intitolato “La discreta violenza del modello in tv”, l’autore G. Charmet  tratta vari punti riguardanti la fase della adolescenza dei ragazzi.
Nel primo punto si discute del problema del rapporto tra preadolescente e messaggio televisivo. Quando il ragazzo sta entrando in un’altra fascia di età, quella dell’adolescenza, pare che il messaggio televisivo abbia un grande potere. Quando il preadolescente cerca di rompere i contratti affettivi con familiari e infanzia, cerca di aprirsi al nuovo mondo composto da nuovi stimoli e relazioni sociali, e trova delle risposte nei messaggi televisivi, alle sue curiosità e alla sua esigenza di evasione.
Oltre a dei messaggi, la tv offre modelli di femminilità e di virilità, di amicizia, di sessualità e di coppia.
I ragazzi amano molto questi modelli e cercano di immedesimarsi in essi, avendo così la certezza di poter compiere una buona entrata nel mondo sociale delle relazioni.
A questo è collegata l’educazione sentimentale, a cui, secondo l’autore, non partecipano la famiglia e la scuola, che al giorno d’oggi non parlano e non sono in grado di offrire delle figure e dei modelli di riferimento per i giovani.
Un altro punto è quello degli ideali di identità di genere irraggiungibili, considerati dagli psicologi dei persecutori degli adolescenti, poiché sono degli ideali di femminilità o di virilità perentori e crudeli. Spesso un adolescente si vergogna del proprio corpo e perciò cerca di mutarlo secondo i modelli mass mediali.
I ragazzi sono considerati vittime infelici, e sono molti di più rispetto alle vittime provocate da film o spettacoli violenti.
Rimedi a tutto ciò possono essere quelli di fare più attenzione ai messaggi pubblicitari che influiscono sull’educazione sentimentale. Inoltre la scuola e la famiglia dovrebbero esercitare delle funzioni ecologiche nei confronti degli inquinamenti provocati dalla tv nelle menti dei giovani.
L’autore nella conclusione spiega che lo scopo della pubblicità è quello di raccontare cose non vere pur di vendere il prodotto, quindi liberandosi di qualsiasi preoccupazione educativa.


L’autore dell’articolo vuol dire che oggi i ragazzi sono influenzati da tutto ciò che vedono in tv e cercano di apparire proprio come i ragazzi della televisione, facendosi coinvolgere e spesso spendendo soldi e mettendosi complessi mentali.
Tutto ciò dovrebbe essere tutelato dalla scuola e dalla famiglia che dovrebbero rieducare i ragazzi.

ANTONIO